Vorrh. La foresta senza fine
Brian Catling
€ 23.75
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Traduzione: Massimo Gardella
Illustrazioni: Gianluigi Toccafondo
Pagine: 468
Isbn versione cartacea: 9788832107241
L’opera che inaugura l’acclamata trilogia definita da Alan Moore «il primo capolavoro fantasy di questo secolo».
Ai margini della città di Essenwald, nel cuore dell’Africa colonizzata, si trova il Vorrh, una foresta viva e senziente, forse infinita. Molteplice è la natura dei suoi abitanti e di coloro che cercano di sfidare le sue leggi: il Vorrh piega infatti il tempo e cancella la memoria, la leggenda vuole che il Giardino dell’Eden esista ancora nelle sue lussureggianti profondità. È un luogo in cui echeggiano ancora i passi del Primo Popolo e in cui la volontà di una potente sciamana guida la mano dell’arciere che è chiamato ad attraversare il suo mistero; tuttavia, in molti temono le conseguenze della sua missione e un tiratore nativo è stato assoldato per fermarlo. Saranno innumerevoli i protagonisti coinvolti nella caccia, tra cui ciclopi cresciuti da robot, angeli e demoni, nonché i doppelgänger di Raymond Roussel ed Eadweard Muybridge. Mentre realtà e finzione si fondono e il cacciatore diviene la preda, le fragili esistenze di tutti saranno in pericolo sotto le malie stordenti della foresta dove, come descrive Alan Moore, «aleggia la sensazione che tali eventi inconcepibili possano davvero essere accaduti o che, da qualche parte sotto la scorza dell’esistenza, continuino ad accadere in perpetuo».
Brian Catling (Londra 1948–2022) è stato poeta, scultore, pittore e artista performativo. Ha realizzato installazioni e dipinto ritratti di ciclopi immaginari. Tra le sue opere più famose si annovera il celebre memoriale per la Torre di Londra. Catling ha tenuto mostre personali in prestigiose gallerie europee ed è stato membro del Linacre College, professore emerito presso la Ruskin School of Art dell’Università di Oxford, nonché Accademico della Royal Academy of Arts. Vorrh è il primo capitolo dell’acclamata trilogia che include Gli Ancestrali e The Cloven di prossima pubblicazione per Safarà Editore.
«Un’opera che stabilisce un punto di riferimento non solo per la scrittura immaginativa, ma per l’immaginazione umana in sé… Leggi questo libro, e meravigliati».
Alan Moore
«Sono contento di avere questo libro come compagno nella mia avventura oscura».
Tom Waits
«La lingua inglese ha dato vita a grandi opere di illimitata visione e immaginazione, e Vorrh è fra queste. È fantasia? Non mi importa affatto. È un’esplorazione molto sofisticata e sottile del decadente, del primitivo e del mitico. Si dice che molti libri siano come nient’altro e non lo sono, ma quest’opera lo è davvero».
Philip Pullman
«La scrittura di Brian Catling è così straordinaria da far male e mi fa capire quanto povera sia la mia immaginazione».
Terry Gilliam
«Il romanzo di Catling si legge come un classico ormai perduto della letteratura decadente o simbolista, con quello stesso senso di atemporalità. È strano, incredibilmente fantasioso, non ha paura di trasgredire e di perdersi, ed è diverso da qualsiasi cosa abbia mai letto».
Jeff VanderMeer
«Sebbene i confronti con Michael Moorcock e Mervyn Peake saranno inevitabili, Vorrh offre qualcosa di più… Mi ha ricordato Odilon Redon: un’alchimia di flora luminosa, mostruosa e lussureggiante, e di umorismo nero».
Times Literary Supplement
«Ho adorato Vorrh di Brian Catling. Il romanzo è simile a una tempesta tropicale che esplode di arte e storia, sesso e natura. Un’epica fantasy visionaria che è incredibilmente divertente da leggere. Selvaggiamente diversa da tutto».
Max Porter, The Guardian
«Si diceva che nessuno avesse mai raggiunto il centro del Vorrh. E che se qualcuno vi era riuscito, non aveva mai fatto ritorno. Il commercio si era espanso e prosperava lungo le propaggini meridionali della foresta, ma nessuno sapeva cosa si nascondesse all’interno, se non leggende e paura. Era la madre di tutte le foreste: più antica della lingua stessa, più vecchia di ogni specie conosciuta e, secondo alcuni, propagatrice di tutte, avviluppata in un sistema evolutivo e climatico che solo in essa poteva esistere. La fitta vegetazione e gli immensi alberi che ne respiravano l’aria pura offrivano molto agli umani, ma potevano anche divorare migliaia delle loro insignificanti vite in una frazione del loro tempo infinito e imperscrutabile. Tanto sconfinata era la sua estensione da reclamare persino il tempo, suddividendo l’arrancare del sole in zone estranee alla sua normale calibrazione; un ipotetico viaggiatore che ne avesse attraversato l’intera lunghezza a piedi si sarebbe dovuto fermare al centro e aspettare almeno una settimana prima che la sua anima lo raggiungesse».