Le pianure
Gerald Murnane
€ 17.10
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Traduzione: Roberto Serrai
Prefazione: Ben Lerner
Pagine: 128
Isbn versione cartacea: 9788832107340
«Questo barista di una polverosa città australiana potrebbe essere il prossimo premio Nobel per la letteratura?».
The New York Times
Un giovane cineasta arriva nel remoto territorio delle pianure con l’intento di illuminare con un film il mistero che da sempre lo avvolge. Dopo aver presentato il suo progetto al comitato dei latifondisti, viene accolto nella tenuta di uno di questi affinché possa consultare la sua malinconica e immensa biblioteca per la sua sceneggiatura, e procedere finalmente alla realizzazione del film. Tuttavia l’intento del protagonista sconfina presto nel tentativo di creare un’epica attraverso l’esperienza straniante delle sconfinate pianure, un luogo che appartiene tanto alla terra quanto all’interiorità di chi non teme di attraversarle, né di perdersi nelle loro infinite variazioni di luce. Mentre il romanzo si dipana diventa, nelle parole di Murray Bail: «un miraggio del paesaggio, della memoria, dell’amore e della letteratura stessa». Pubblicato per la prima volta nel 1982, Le pianure è l’opera più conosciuta di Gerald Murnane; un libro ipnotico di sorprendente originalità che fonda la metafisica delle pianure australiane.
Gerald Murnane è nato a Melbourne nel 1939. È stato insegnante, editore e docente universitario. Il suo romanzo d’esordio, Tamarisk Row (Safarà Editore, 2020), è stato seguito da altre dieci opere di narrativa, tra cui l’acclamato Le pianure e Una vita tra le nuvole, entrambi pubblicati da Safarà Editore. Nel 1999 Murnane ha vinto il Patrick White Award, nel 2009 il Melbourne Prize for Literature e nel 2018 il Prime Minister’s Literary Award. Vive nel Victoria occidentale, e non ha mai lasciato l’Australia in tutta la sua vita. Le opere di Gerald Murnane sono in corso di pubblicazione per Safarà Editore.
«Gerald Murnane non è mai salito su un aereo. Ha fatto bene. Non gli serve. Più in alto di così il suo sguardo così fisicamente metafisico non sarebbe potuto salire. Da non perdere. Per non perdersi».
Il Fatto Quotidiano
«Uno strano capolavoro australiano».
The New Yorker
«Autori come J.M. Coetzee, Teju Cole e Ben Lerner sono suoi ferventi ammiratori. […] È in pole position, tra gli australiani, per il Nobel».
La Lettura
«Per Murnane, l’accesso a un altro mondo – un mondo distinto e per molti aspetti migliore del nostro – non si ottiene né dalle buone opere né dalla grazia, ma abbandonando sé stessi alla finzione».
J.M. Coetzee
«Le vere pianure sono le pieghe della mente, che contengono l’elusiva materia della memoria. Murnane, un genio, è un degno erede di Beckett».
Teju Cole
«Vi presento Murnane, il più grande scrittore che nessuno ha letto. […] Per Teju Cole è erede di Beckett; richiama l’epica di Cormac McCarthy depurata di violenza; se avesse una musica, sarebbe di Johnny Cash».
La Repubblica
«In tutte le settimane da quando sono arrivato qui ho guardato fuori dal balcone solo due volte. Sarebbe stato semplice esplorare quelle pianure che iniziano alla fine di quasi ogni strada della città. Avrei potuto, tuttavia, possederle come ho sempre voluto possedere un tratto di pianura?
Stasera, finalmente, sarà davanti alle pianure di lei. Le prime scene di Nell’interno cominciano a svilupparsi. Mi resta solo da mettere in ordine gli appunti e scrivere.
Eppure, mi torna un vecchio dubbio. Da qualche parte, esiste una pianura che potrebbe essere rappresentata da un’immagine semplice? Quali parole, quale macchina da presa potrebbe mostrare le pianure dentro ad altre pianure di cui ho sentito parlare così spesso in queste ultime settimane?
La vista dal mio balcone… adesso, pure io come un nativo delle pianure, non vedo un terreno solido, ma una foschia tremolante che nasconde una certa casa nella cui biblioteca in penombra una giovane donna fissa l’immagine di un’altra giovane donna seduta a leggere un libro che la spinge a fantasticare di una certa pianura che adesso è sparita alla vista.
Quando sono di quest’umore, sospetto che ogni uomo, forse, stia viaggiando verso il cuore di una qualche sua lontana e personale pianura. Posso descrivere ad altri anche solo le poche centinaia di miglia che ho attraversato per arrivare in questa città? Eppure, perché tentare di mostrarle come una distesa di terra ed erba quando qualcuno, lontano da qui, potrebbe vederle anche adesso come nient’altro che un segno di qualsiasi cosa stia per scoprire?».