La ragazza che levita
Barbara Comyns
€ 15.20
5% Off
Traduzione: Cristina Pascotto
Pagine: 156
Isbn versione cartacea: 9788897561842
«Una signora inglese crudele come Stephen King».
Il Venerdì di Repubblica
Cresciuta nel sud della Londra d’età edoardiana, Alice Rowlands desidera romanticismo e avventura, e la liberazione da una vita triste, restrittiva e solitaria. Suo padre, un sinistro veterinario, è brutale e sprezzante; la sua nuova ragazza sfacciata e lasciva; i pochi amici bizzarri e sfuggenti. Alice cerca rifugio nei ricordi di una madre perduta, nelle fantasie di un indistinto desiderio d’amore e nella fioritura di ciò che lei percepisce come un potere occulto da nascondere a tutti i costi. Una serie di inesplicabili eventi la porterà a un epilogo di terribile trionfo, durante il quale sarà chiamata a svelare suo malgrado il suo eccezionale potere segreto. La ragazza che levita combina magistralmente un realismo scioccante a un tocco visionario, in un piccolo gioiello erede della letteratura gotica.
Barbara Comyns è stata un’artista e scrittrice inglese. Nata nel 1907 a Warwickshire, a seguito di un infelice matrimonio giovanile sposa Richard Strettell Comyns Carr. La coppia decide di stabilirsi a Londra, dove Comyns intraprende i primi passi come scrittrice e pittrice. Negli anni ’50 si trasferisce con il marito in Spagna, dove soggiornerà per diciotto anni. È autrice di undici romanzi dapprima acclamati da una stretta cerchia di ammiratori e di recenti giunti a un grande successo di pubblico.
«Il mondo di Barbara Comyns è strano e meraviglioso. La si potrebbe addirittura definire un genio dimenticato».
The Guardian
Barbara Comyns è una precorritrice di Angela Carter».
Ansa.it
«Straziante e ossessionante, come un incrocio inaspettato tra Flannery O’Connor e Stephen King».
The New York Times Book Review
«Lo strano e l’insolito della signora Comyns e quell’occhio innocente che osserva con semplicità infantile l’avvenimento più fantastico o inquietante; questi non sono mai stati, credo, più espressivamente dispiegati come ne La ragazza che levita».
Graham Greene
«Quella notte dormii per la prima volta nella mia piccola camera sopra il salotto. Il letto era molto comodo e mi stavo proprio abbandonando al sonno quando accadde una cosa strana: ebbi l’impressione di fluttuare nel vuoto. Cercai di toccare il materasso con le mani; ma non c’era. Vi stavo fluttuando sopra e le lenzuola scivolavano via. Nell’oscurità salivo sempre più su – sebbene avessi la sensazione di aver lasciato indietro lo stomaco – e credetti di aver quasi raggiunto il soffitto. Non provai a toccarlo con le mani perché le tenevo – non so dire perché – giunte con cura sul petto. All’improvviso mi resi conto di stare poco bene. Pensai: «Questo è mal di letto, non mal di mare». Mi sembrò una considerazione brillante e iniziai a ridere, ma le risate ebbe- ro l’effetto di farmi scendere a gran velocità e mi ritrovai presto nuovamente sul letto – solo le mie gambe penzolavano sopra l’estremità. Rimasi distesa per qualche minuto, mentre pensieri bizzarri si rincorrevano nella mente. Poi mi resi conto di ave- re molto freddo e mi alzai e rifeci il letto. Sistemai le lenzuola molto strette, vi sgattaiolai dentro e questa volta vi rimasi, per quanto ne so, perché dormii finché non mi svegliarono i rumori della mattina. Quando mi svegliai c’era una debole luce, e giudicai che dovessero essere circa le otto di mattina. Rimasi distesa, calda e assonnata, a pensare allo strano accadimento della notte. Mi ricordai di come una cosa simile fosse accaduta nella curiosa stanzetta di Mrs. Churchill; e pensai tra me che tutte le persone sarebbero riuscite a capire il motivo che li induceva a fluttuare dai loro letti in modo tanto sorprendente – tutti tranne me».