1982 Janine
Alasdair Gray
€ 19.95
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Traduzione e prefazione: Enrico Terrinoni
Pagine: 368
Isbn versione cartacea: 9788832107258
1982 Janine si svolge nel corso di una sola notte, nella modesta camera d’albergo di una qualche cittadina scozzese, e interamente nella mente del protagonista, Jock McLeish: è il 1982 e questo supervisore alla sicurezza divorziato, insonne e alcolizzato valuta se proseguire o meno il suo cammino terreno, cercando al contempo di inabissarsi nelle sue più familiari e sfrenate fantasie erotiche, di cui Janine è la regina incontrastata.
Le fantasie subiscono tuttavia interruzioni costanti dall’alta marea dei ricordi che minaccia di riportarlo alla realtà e da intromissioni divine che lo conducono a epifanie di struggente delicatezza nonché a vertici di inarrivabile umorismo, in un’opera che eccede qualsiasi genere letterario.
Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934 – ivi, 29 dicembre 2019) è stato un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama europeo, nelle sue opere ha fuso elementi tratti dai più diversi generi letterari, dove il realismo si unisce al fantastico, la satira sociale al dramma e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. Il romanzo d’esordio Lanark. Una vita in quattro libri (Safarà Editore, 2015) ha consegnato Gray alla celebrità internazionale. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dalla New York Times Book Review «la Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Per Safarà Editore sono in corso di pubblicazione tutte le opere dello scrittore scozzese e, oltre a Lanark e 1982 Janine, sono già state date alle stampe la raccolta di racconti Con un piede nella fossa, La ballata del guerriero e Povere creature!.
«1982 Janine mi ha ridato lo slancio per continuare a scrivere».
Jonathan Coe
«Sesso, alcool, una notte visionaria in un alberghetto. Il romanzo fenomenale di un grande scrittore che ingiustamente diceva di sé: “Sono solo un grasso pedone di Glasgow”».
Vittoria Jacopini, Il Venerdì
«Un liberatorio viaggio nella notte in cui niente è usuale».
Il Piccolo
«Un libro irriverente che scarta i generi letterari».
Alias
«I libri di Gray hanno trasformato le possibilità del romanzo e 1982 Janine è uno dei suoi romanzi più potenti, un perfezionamento della sua combinazione di anarchia, gentilezza e lirismo; la sua comprensione filosofica dell’epico quotidiano e il suo perfetto esistenzialismo rimodellano la forma classica del romanzo».
Ali Smith
«Lanark è ampiamente e giustamente considerato il capolavoro di Gray, ma io adoro questo romanzo e il suo protagonista: il masturbatore, alcolizzato, conservatore Jock. […] È uno dei miei dieci libri preferiti».
Irvine Welsh
«Forse il miglior artista-scrittore della sua generazione… Tumultuoso, inventivo, straziante… Un’opera che fa la storia».
Will Self
«L’influenza di James Joyce e Laurence Sterne è molto evidente, ma Gray non è un semplice derivato di questi maestri. È uno scrittore completamente indipendente».
David Lodge
«1982 Janine possiede un’energia verbale, un’intensità di visione che manca quasi del tutto al romanzo inglese da D.H. Lawrence».
Jonathan Baumbach, The New York Times
«1982 Janine è, per Alasdair Gray, il romanzo della consacrazione letteraria. Segue di poco la pubblicazione di Lanark, che aveva segnato il clamoroso esordio letterario di questo grande, eccentrico, davvero unico artista scozzese».
Giancarlo De Cataldo, Robinson de la Repubblica
«Non male questa stanza. Potrebbe stare in Belgio, negli USA, in Russia forse, di sicuro in Australia, in una terra qualunque dove a una stanza capiti di avere carta da parati, moquette e tende a fantasie floreali di tre tipi. Il mobilio marrone nasconde gran parte dei fiori. Non c’è tanto spazio tra il guardaroba, la toeletta anni Trenta, la sedia con sopra il bicchiere di whisky, il letto matrimoniale su cui sono disteso (non ancora spogliato) tra l’enorme testiera in legno intagliata in stile vittoriano e la pediera. C’è pure una bacinella moderna, impianti idraulici di una certa fattura, tubi che penetrano dritti nell’intonaco anziché incombere tutti contorti come in certe stanze in cui sono stato. Ma niente Bibbia. In America ce l’hanno tutte le camere d’hotel, quindi di certo non sono negli States. Peccato. Detesto sentirmi limitato. Potrei essere centinaia di persone diverse in questo stesso istante, un commesso viaggiatore che smercia lana o tweed, un agricoltore, un banditore d’aste, un turista, uno di quei conferenzieri che fanno la loro comparsa in saloni bui per parlare a sei casalinghe di mezz’età e a un sergente di polizia in pensione dell’Impatto di Van Gogh sul Tordo Maculato durante gli Ultimi Giorni di Pompei. Non importa come mi guadagno il pane. Ma non sto mica facendo il misterioso. Dietro le campanule su queste tende c’è la strada principale di una città un tempo alquanto prospera, una città in cui furono intagliati questi pomelli del letto – Nairn, Kirkcaldy, Dumfries, Peebles. Sicuramente o è Peebles o è Selkirk. Se è Selkirk, è mercoledì. Se è Peebles, domani sera torno a Selkirk, Janine».